Il microbiota gioca un ruolo cruciale in numerosi processi metabologici, nella programmazione del sistema immunitario e nella protezione contro gli agenti patogeni, quali batteri e virus. Studi recenti suggeriscono che la disbiosi, alterazione del microbiota, e l’infiammazione sistemica siano correlate con lo sviluppo di disturbi cerebrali, quale, per esempio, la malattia di Alzheimer. Così, ne abbiamo parlato con il Medico Dott. Mancabelli, Direttore Sanitario del nostro Poliambulatorio ed esperto di microbiota.

Qual è il legame tra microbiota e Alzheimer?

La disfunzione cognitiva è clinicamente correlata alla deposizione di placche di amiloidi, processo che inizia diversi anni prima della sintomatologia classica dell’Alzheimer. Agire in prevenzione, seguendo i primi stadi, diventa quindi fondamentale per una migliore assistenza nella progressione della demenza.

Quali gli studi più recenti?

I ricercatori hanno voluto approfondire se specifiche alterazioni a livello di microbiota intestinale possano essere, allo stesso modo, biomarcatori diagnostici di malattia. Così, sono stati coinvolti 78 pazienti cognitivamente normali con iniziale deposizione di placche di amiloidi.

Quale la conclusione dello studio?

Dai risultati dello studio, sembrerebbe ci siano differenze in termini di espressione di determinati ceppi batterici in pazienti con e senza inizio di deposizione amiloidea senza nessun altro sintomo apparente.

Un monitoraggio della componente microbica intestinale servirebbe quindi come valido alleato nella prevenzione e gestione della patologia di Alzheimer.

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