Ad aprile, è partito a Cremona Welfare l’Ambulatorio Microbiota. Scopriamo insieme al Medico dott. Giancarlo Mancabelli, anche Direttore Sanitario del nostro Poliambulatorio, l’importanza di studiare il microbiota, l’insieme dei batteri presenti nel nostro intestino.

Che cos’è il microbiota?

Il microbiota umano e quello intestinale in particolare (la cosiddetta flora batterica) è un ecosistema composto da molti microrganismi che vivono nei vari distretti del nostro corpo. Fanno parte di questo importante ecosistema molte popolazioni di microrganismi, i batteri, virus e fagi, molte specie di miceti, alcuni protozoi e parassiti. Il corpo umano ospita centinaia di trilioni di cellule microbiche che con le loro azioni combinate sono fondamentali per la sopravvivenza dell’individuo ospite.

Perché è importante indagarlo?

Nell’intestino dell’uomo si raggiunge la più alta concentrazione di cellule procariotiche e formano una complessa comunità microbica definita appunto microbiota intestinale, che svolgono attività utili al buon funzionamento sia del tratto digestivo stesso che dell’organismo in generale. Il microbiota intestinale è composto da numerosi microrganismi (oltre 800- 1000 gruppi microbici diversi) che in condizioni normali sono in equilibrio tra loro. Il suo studio è importante perché questo complesso ecosistema è co-evoluto nel tempo con il genere umano, stabilendo così un legame simbiotico con lui.

Quali sono le funzioni del microbiota per l’uomo?

Le funzioni del microbiota sono di tre tipi:
Metaboliche: la fermentazione di residui alimentari non digeribili, recupero di energia con produzione di acidi grassi a catena corta (SCFA), produzione di vitamina K e del gruppo B e l’assorbimento di calcio, ferro.
Protettive: protezione contro i patogeni per effetto barriera.
Trofiche: controllo della proliferazione e della differenziazione degli epiteli, sviluppo e mantenimento del sistema immune con miglioramento della risposta immunitaria dell’ospite (uomo).

E quali sono allora gli effetti del microbiota sul nostro organismo?

Gli effetti possono essere fisiologici (come l’adattamento immunologico, la protezione da patogeni, la digestione polisaccaridi o l’assorbimento lipidico) oppure il microbiota può provocare un’alterazione delle funzioni digestive (portando all’obesità o ad altri disturbi metabolici con dolori).

Cos’è la disbiosi?

La disbiosi (o alterazione del microbiota) rappresenta uno squilibrio tra la flora microbiotica “protettiva” e quella “dannosa”, determinando uno stato infiammatorio intestinale. Perciò, la disbiosi, è uno dei fattori rilevanti nell’individuazione di molte malattie intestinali ed extra-intestinali.
La disbiosi causa un’alterata permeabilità della barriera intestinale (sistema di difesa che separa il contenuto intestinale dai tessuti dell’uomo e regola l’assorbimento dei nutrienti nel tratto gastrointestinale) con il passaggio di molecole nocive, di tossine e batteri nel circolo sanguigno che sono in relazione con patologie sia gastro-intestinale che sistemiche.

Come viene studiato il microbiota?

Il microbiota intestinale si può studiare con il sequenziamento del DNA batterico delle feci di un soggetto. Ora, grazie ai sequenziatori di nuova generazione (NGS) per eseguire analisi di 16S rRNA gene microbial profiling, si può valutare, da un semplice prelievo (fecale), quali batteri sono presenti nel campione analizzato con elevata accuratezza.

Noi possiamo modificare il nostro micriobiota?

Per modificare qualcosa è necessario conoscerne la composizione. Il nostro microbiota dipende da fattori genetici e di altri epigenetici come la dieta, l’ambiente e lo stile di vita, l’attività lavorativa ed altro ancora. La presenza o meno di alcuni ceppi batteri definiti buoni, la loro relativa abbondanza, i rapporti fra i principali Phyla, lo studio della biodiversità e altri macro-parametri rilevati con l’esame delle feci ci permettono di usare i provvedimenti terapeutici più idonei per l’individuo per arrivare ad una terapia personalizzata. Per modificare una disbiosi è necessario in primis ripensare la dieta.