Incontriamo la dott.ssa Silvia Tonesi, odontoiatra presso il nostro Poliambulatorio, un giovedì mattina prima di una lunga lista di visite. “Abbiamo un sacco di bambini oggi”, ci dice Ana, l’assistente. La dott.ssa Silvia Tonesi è specialista in ortognatodonzia ovvero si occupa della correzione delle malposizione dei mascellari e delle anomalie nell’occlusione dentale. I suoi pazienti spesso sono bambini, ma non solo. Le abbiamo fatto qualche domanda per conoscere di più il suo lavoro e per condividere qualche consiglio utile, per i più piccoli e anche per i più grandi.

Dott.ssa Tonesi, innanzitutto: l’attività dell’area odontoiatrica al Poliambulatorio prosegue nonostante l’emergenza? Come?

L’attività in Poliambulatorio procede nonostante l’emergenza grazie all’attuazione delle norme anti-covid previste dall’ordine dei medici e degli odontoiatri.

Parliamo di una sua specialità: l’ortodonzia, ovvero della diagnosi e terapia della posizione anomala dei denti. Tutti l’associamo all’apparecchio, è l’unica soluzione?

L’ortodonzia non diagnostica solamente la malposizione dentaria ma anche e soprattutto le malposizioni delle basi ossee mascellare e mandibolare tra loro e rispetto al cranio nell’interezza. Per correggere malposizioni ossee è necessario intervenire mentre il soggetto è in crescita. A fine crescita (all’incirca dopo il menarca per la femmina e dopo i 16 anni per il maschio) gravi malposizioni possono essere corrette solo con la chirurgia ortognatica. La correzione poi di eventuali malposizioni dentarie può avvenire sempre, se il supporto parodontale (osseo) è sano. Tutte le correzioni sono possibili solo tramite dispositivi mobili e/o fissi, comunemente definiti “apparecchi”.

Una specialità che riguarda soprattutto i bambini. Ce ne sono tanti che hanno bisogno delle sue cure? Quali le patologie più comuni?

I bambini sono affetti soprattutto da carie dei denti decidui (da latte, ndr) e purtroppo a volte anche dei primi molari permanenti. In questi casi, si propongono sigillature di questi elementi e controlli con igiene orale professionale almeno ogni 6 mesi a partire da quando il bimbo ha 5-6 anni. Questo nell’ottica anche di intercettare malposizioni ossee e dentarie del punto precedente e poter intervenire per tempo

A che età la prima visita dal dentista?

A 5 anni, ma una buona “prima visita” è sicuramente ancora nel grembo materno, per rendere edotta la madre e quindi la famiglia sulle norme comportamentali da assumere già dai primi mesi di vita: detersione con acqua e garza del cavo orale, spazzolamento dei dentini già dalla prima eruzione prima anche solo con acqua e poi con dentifrici calibrati sull’età e nessun apporto di bevande o sostanze edulcorate per conciliare il sonno, come miele sul ciuccio o camomille con zuccheri aggiunti

La dott.ssa Tonesi con l’assistente Ana

Altri buoni consigli?

Mantenere la frequenza di massimo cinque pasti al giorno. Tutte le volte che assumiamo una cosa diversa dall’acqua, anche solo un cioccolatino o un succo, abbiamo un picco acido, e occorre che, soprattutto nei bambini, questi picchi siano limitati per limitare la demineralizzazione dei loro denti.

Come fare per prevenire problemi ortodontici nei bambini e magari evitare l’apparecchio?

L’apparecchio è sempre evitabile poiché né la malposizione dentaria né le malposizioni ossee sono patologie in senso lato. Possono sussistere condizioni in cui sia fortemente consigliato intervenire per una prognosi funzionale negativa e per fattori estetici importanti, soprattutto valutati sul piano del profilo facciale. Per variare una condizione di partenza poco soddisfacente comunque non esiste altro mezzo se non l’apparecchio, che può essere di svariate tipologie per le diverse problematiche.

Quale è il suo approccio con i bambini? Molti sono spaventati dalla figura del dentista?

Il bambino soprattutto se piccolo può essere spaventato perché conosce pochi ambienti e lo studio odontoiatrico è un luogo nuovo che deve diventargli familiare. Fondamentale è che i genitori prima della visita non facciano dei racconti incentrati sulle negatività di passate esperienze personali. Andare dal dentista non è per forza traumatico. Il mio approccio è quello del gioco, della costruzione di un rapporto di fiducia e dell’empatia. Quella è fondamentale per curare i più piccoli…in modo da crescere adulti con denti sani e privi di ansie.

E gli adulti. Anche loro ricorrono a terapie ortodontiche, per quali motivi e a che età?

Gli adulti ricorrono all’apparecchio soprattutto per motivazioni estetiche.

Quali sono i costi di un apparecchio mediamente?

Non è possibile stabilire il costo di un apparecchio senza una diagnosi e senza la previsione in termini di tempo di applicazione.

E le tempistiche?

I trattamenti variano da 12 mesi a 36 mesi solitamente. In realtà poi il bambino resta controllato all’interno dello studio fino alla maturità.

Come si svolge di solito una presa in carico di un paziente (prima visita e successive)?

Durante la prima visita si stabilisce la necessità o meno di eseguire indagini radiologiche di approfondimento, prenotabili anche presso il nostro Poliambulatorio. Poi, le visite ortodontiche si svolgono 1 volta al mese (per dare tempo a denti e strutture ossee di seguire il movimento indicato dall’apparecchio).

Quanto è importante la sinergia tra gli odontoiatri e gli ortodonzisti? Al Poliambulatorio c’è collaborazione?

Fondamentale è la comunicazione tra odontoiatra e ortodontista poiché entrambi si riferiscono il paziente in maniera vicendevole intercettando problematiche che il collega può risolvere. Io sono molto soddisfatta della collaborazione che si è sviluppata con gli altri dentisti del Poliambulatorio.