Mal di collo e mal di schiena da smart working? Abbiamo fatto due chiacchiere con il nostro fisioterapista dott. Luca Balestreri per capire come è possibile evitare disturbi fisioterapici dovuti alle nuove modalità di lavoro, introdotte in maniera diffusa dalla pandemia.

Il dott. Luca Balestreri

Dott. Balestreri, il covid ha incentivato lo smart working. Quanto ha inciso questo sui disturbi muscolo-scheletrici?

Le persone spesso a casa lavorano di più, a volte senza pause, e in posizioni non adeguate. Questo sicuramente ha inciso sull’aumento dei disturbi fisioterapici, soprattutto nei lavoratori predisposti, generando squilibri e dolori.

Quali patologie sono più diffuse?

I pazienti manifestano in genere mal di collo, di spalla o di braccio, dolori legati a come stanno davanti allo schermo, a come usano il mouse, al tempo di lavoro. Una postura ideale non esiste, nel senso che è difficile mantenere una posizione corretta a lungo e in maniera costante, soprattutto quando si è concentrati su qualcosa di complesso o stressante. Diciamo che esistono delle buone pratiche che possono aiutare a prevenire i disturbi.

Ci dia qualche consiglio. Partiamo dalla seduta…

Importante è occupare tutta la superficie della sedia con la schiena dritta e comoda, in modo da mantenere un angolo di 90 gradi. I piedi devono essere a terra ed è importante alzare leggermente lo schermo affinché collo e testa non stiano in avanti.

E come utilizzo del mouse..

Anche per il mouse è importante mantenere con il braccio gli angoli di 90 gradi, in modo da ottenere una posizione il più possibile neutra e rilassata. Altrimenti ne risentono gomito e polso con possibili epicondiliti o sindromi del tunnel carpale.

Altri comportamenti virtuosi da suggerire?

Non è solo questione di seduta, monitor e strumenti. Sono anche le condizioni di lavoro che incidono. Chiaro che stress e tensione non aiutano ad evitare disturbi. E allora, anche le pause con cambi di posizione possono aiutare.

Quali sono le terapie per i disturbi da smart working?

Quando il paziente viene da noi cerchiamo di capire, innanzitutto, ciò che fa bene e ciò che fa male a lui, perché ogni caso è a sé. Se prova forti dolori interveniamo con terapie manuali o strumentali per superare la fase acuta. Poi, diamo indicazioni su posture compensative o esercizi per diventare più consapevoli e più resilienti ai disturbi.

E se allarghiamo il discorso ai disturbi fisioterapici derivanti dal lavoro in generale, cosa è importante sottolineare?

La prevenzione, sicuramente. Ci sono lavori pesanti e ripetitivi che danno origine a microtraumi ripetuti o a problemi dovuti al mancato recupero del fisico (per esempio nel caso delle catene di montaggio). In questi casi, il consiglio è di non sottovalutare i sintomi iniziali. Ci sono persone che convivono anni con fastidi che poi sfociano in dolori acuti. Ecco, la prevenzione è fondamentale. Per certi lavori, lo sappiamo già, servono requisiti muscolo-scheletrici particolari e allora occorre agire sul tempo del riposo, anche graduando lo sforzo, e sulle debolezze muscolari con esercizi “di allenamento”. Questo consente di ottenere benefici di lunga durata.

Ultima domanda: come ha inciso il covid sull’attività di voi fisioterapisti?

A parte durante il lockdown più duro in cui abbiamo mantenuto solo l’assistenza domiciliare, poi la nostra attività è sempre continuata nel rispetto delle limitazioni previste e con tutti i protocolli di sicurezza. Sicuramente, se sono aumentati i pazienti con disturbi legati allo smart working, sono calati quelli con problemi legati allo sport, mentre sono ripresi recentemente quelli che hanno bisogno di riabilitazione dopo interventi per esempio all’anca, al ginocchio o alla spalla.